Il Riflesso Della Luna

lunedì 25 maggio 2009

33

Osservando i figli di quella terra così misteriosa, notai la scritta sulle loro borse sportive. Qualcuno le teneva a fianco e, con grande stupore, lessi il nome della loro squadra di rugby: “The Panther’s”. Tornando a casa, fui colto da un dubbio. «E se mi fossi fermato alle apparenze? Forse…c’è qualcuno che potrà dirmi qual è stato il vero ruolo che ho avuto in questa storia: Perla!». Al mio arrivo a Milano, telefonai al padrone di casa della famosa festa alla villa, convinto di poter ottenere preziose informazioni. Con mio grande stupore, negò di conoscerla. Quando gli ricordai che, in quell’occasione, ci fu una donna che salì sul tetto, capì subito ed aggiunse: «Non so come abbia fatto ad entrare una svitata come quella; l’ho assecondata solo perché temevo che avrebbe potuto avere una reazione violenta, spaventando gli ospiti».

mercoledì 20 maggio 2009

34

Cercai, a quel punto, di ricordare la strada, ed alla fine la trovai senza aiuto. Suonai il campanello, e mi aprì la porta un maggiordomo di colore che chiese il motivo per cui non avessi cercato il dottore in ambulatorio. Sbalordito, gli risposi che non cercavo il dottore. «Questa è una casa seria, lo sa?», disse in tono severo. Tutto mi apparve davvero strano, e quando gli chiesi se la signora Perla fosse in casa, la sua reazione fu inaspettatamente drastica: «Non esiste nessuna signora Perla in questa casa; se ne vada o chiamo la polizia!». Dovetti scusarmi ed andarmene, ma volevo andare fino in fondo alla questione. Mi appostai per giorni sotto casa sua, ed infine, la vidi mentre scendeva dall’auto.

mercoledì 13 maggio 2009

35

Le andai incontro ma, quando la chiamai col nome che conoscevo, si girò fulminandomi con lo sguardo. «Non si azzardi più a pronunciare quel nome, o se la vedrà brutta! Io sono la signora Miranda, ha capito?», urlò. A quel punto le chiesi di spiegarmi l’arcano, ma rispose di non avermi mai visto e che, quindi, dovevo smettere di importunarla. Disperato, tentai l’ultima carta. «Conosco la stanza blu, dove si può volare nel cosmo; mi hai condotto tu... lì». Dopo aver udito queste parole, sembrò quasi che ricordasse. «Per favore», le dissi, «devo sapere». Mi esortò a salire in auto, guardandosi intorno. «Svelto!», disse imperativamente.

domenica 10 maggio 2009

36

Mi portò in un locale dove discutemmo a lungo; mi spiegò, quindi, che Perla era il nome dell’altra. «L’altra, chi?» «E’ una lunga storia, e questo non è il luogo adatto per raccontarla. Ti posso solo dire che la rivedrai». Propose così di andare a casa sua ed entrare nella stanza blu. Io replicai che ci sarebbe stato sicuramente il maggiordomo e , forse, anche il marito. Mi disse di non preoccuparmi perché, di lì a poco, la casa sarebbe rimasta vuota per un’ora. Così, appena entrati, ci dirigemmo subito nella stanza blu, preparandoci a penetrare il mistero. Iniziammo il viaggio energetico, dopo averle raccontato ciò che avevo appreso sul bosco di “Sha”.

giovedì 7 maggio 2009

37

Per prima cosa, Perla volle mostrarmi una sua precedente incarnazione. Mi disse di essere stata una certa Melanie, proprietaria di una tenuta nello Yorkshire, in Inghilterra. Entrammo in un ambiente ottocentesco.... il mio, però, fu solo un ruolo di spettatore. Con il ricordo del suo ultimo incontro con Arthur, Melanie assaporava ancora la dolce armonia che, come una leggera fragranza, saliva dal suo cuore. Spesso si addormentava così, domandandosi cosa fosse quel fremente desiderio. Non aveva mai pensato a se come ad una donna romantica; non riusciva perciò a darsi spiegazione per quell’intenso sentimento che la travolgeva.

domenica 3 maggio 2009

38

Nella profondità dei suoi occhi scuri si perdeva ogni sguardo; il suo naso, modellato alla perfezione, faceva risaltare delle labbra carnose che rivelavano una forte sensualità. I capelli, di un nero corvino scendevano, con dei boccoli morbidi come seta, fin sulle spalle. Aveva ereditato l’immenso possedimento dai defunti genitori, ed essendo figlia unica, a volte sperimentava la solitudine. Il suo spirito era vivace ma il portamento sempre impeccabile. L’animo aristocratico si esprimeva con movimenti delicati, colmi di dignità. Alle sue dipendenze c’erano Ines la governante, Leopold il maggiordomo, e Nick lo stalliere. A volte le faceva visita sua cugina Linda, intima confidente, che dal paese vicino, percorreva qualche chilometro a piedi.

meteo Città di Fermo