Il Riflesso Della Luna

domenica 25 ottobre 2009

10

Dovevo aver proprio un aspetto orribile, ma essendo un cliente di vecchia data cercò di non farmelo notare. Entrato nella mia stanza pregustavo già un sonno ristoratore. Beatamente disteso sul letto, mi tornò in mente il blu profondo della stanza a casa di Perla. La sua intensità portava indietro nel tempo e lasciava scivolare le incertezze della vita. Dentro di me una voce disse: «Cos’è che fa cambiare le persone?». «Beh...i loro pensieri, i loro desideri, le loro vittorie, le loro sconfitte!», affermai convinto. Fu l’ultimo pensiero, prima di addormentarmi. L’immagine di Perla mi seguì anche in sogno. Mi ritrovai tra i ghiacci. La distesa di bianco candido accecava lo sguardo. Da un puntino lontanissimo sentii chiamarmi, ed io, spostandomi come se volassi, mi trovai subito lì.

giovedì 15 ottobre 2009

11

Sembrava essere un eschimese che, sorridendomi, iniziò a parlare una lingua incomprensibile. Quando terminò indicò in basso, dov’era situata un’apertura circolare nel ghiaccio; pensai volesse esortarmi a pescare come di solito fanno gli abitanti di quei luoghi. L’uomo, però, continuò ad indicare l’acqua che si intravedeva. Decisi allora di guardare attentamente, per capire cosa volesse mostrarmi. In un primo momento vidi semplicemente il mio volto riflesso ma, osservando meglio, notai l’immagine di un bambino. Continuando a guardare divenne sempre più nitida, e mi parve familiare. «Ma quello sono io!», esclamai sobbalzando. L’immagine svanì. Al suo posto, apparve un grande masso, sul quale vi era disteso un felino.

sabato 10 ottobre 2009

12

«Che esemplare fantastico di pantera», dissi a bassa voce. Sentii di nuovo pronunciare il mio nome e, alzando la testa, fui sorpreso di trovare Perla al posto dell’eskimese. «Come sei arrivata qui?» «Ricordi cosa ti ho confidato?», disse in tono misterioso, «Puoi volare nel cosmo, se non hai limiti interiori!». Le sue parole risuonarono come se fossimo chiusi in una campana. «Vieni!», disse prendendomi la mano. Iniziammo così un volo spettacolare su quella distesa di ghiacci. «Pensa dove vuoi arrivare e sarai già lì!», affermò sicura di sé. Pensai al mio cane, ed in un baleno mi trovai vicino a lui ad accarezzarlo. Spiccando di nuovo il volo, vidi una grotta. «Vorrei entrare lì dentro»,dissi incuriosito. Ci trovammo subito davanti ad essa; entrai per esplorarla. «Non proseguire oltre!», intimò Perla restando fuori. «Perché, non possiamo andare ovunque, nel cosmo?». «Non proprio», bisbigliò indicando il disegno all’imbocco della grotta.

lunedì 5 ottobre 2009

13

Era un triangolo con un occhio al centro ma, anche se lo ritenni interessante, decisi di proseguire. Dopo qualche metro, ebbi delle sensazioni contrastanti, ma molto marcate. «Sono ciò che potevi essere, sono ciò che sei stato, sono il tuo potere, sono il tuo dolore!». Non riuscii ad individuare da dove provenisse quella voce possente. Pian piano mi accasciai al suolo e provai una debolezza che vinse la mia volontà. Flebili sussurri oltrepassarono le barriere interiori e affiancarono l’oblìo. Attraverso fessure volai nel tempo, dove affiorarono ricordi di canti lontani. L’ebbrezza del sapere, svelò l’origine con un ritmo vibrante. «E’ il respiro dell’anima, …..colore del tempo», pensai. Perla, intanto, da lontano mi urlava: «Sveglia… svegliati subito, batti le tue ciglia velocemente!».

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