Il Riflesso Della Luna

venerdì 31 agosto 2012

52 Una sagoma scura


“E’ un gioco …incredibilmente serio”, pensai,
“non si possono lasciare cose in sospeso”.
Mi distesi sulla sabbia, tuffandomi nel cielo.
Sentii che stava per arrivare una novità.
Quella sensazione divenne una certezza.
Una sagoma scura avanzò verso di me, e credet-.
ti di averne riconosciuto il passo.
A pochi metri, ebbi la conferma di non essermi
sbagliato.
«Bentrovato, mio caro scrittore!», disse sarcasticamente
l’uomo.
«Ma…non può essere!!!», esclamai sbigottito.
«Ed invece, sì!»
«Lei è…Boris! Cosa ci fa qui?», chiesi non contenendo
lo stupore.
«Non crede di dovermi fornire delle spiegazioni?».
«Per cosa?»
«Non faccia finta di nulla. Si alzi e mi descriva
minuziosamente tutti i dettagli della storia».
Passeggiammo in riva al mare per lungo tempo,
e Boris intervenne raramente.
Credo non s’aspettasse esattamente ciò che stavo
raccontandogli.

domenica 19 agosto 2012

51 Palcoscenico naturale


Guardando il mare in lontananza, si scorgono
nubi timidamente affacciarsi su di esso.
L’orizzonte diviene un palcoscenico naturale, sul
quale, il “teatro delle nuvole”, offre uno spettacolo
eccelso.
Il gioco delle forme è “vera” comunicazione;
non c’è il rischio di essere fraintesi.
Ero giunto in riva al mare, spinto dall’abituale esigenza
di nutrirmi con bellezze naturali.
Quel maestoso spettacolo fu una manifestazione
di enorme potenza.
Alla base del sogno dell’esistenza, intravidi ciò
che muoveva i fili. Nulla poteva fermarsi; solo
quello era il motivo dominante.
Ricordai i messaggi del medaglione: “…non
cercare scavando…”.
E’ vero, non c’è spiegazione; solo l’eterno riflettersi
della forma primordiale.
Tacere, molte volte, è d’obbligo.
Arriva l’attimo in cui la bellezza vuol prenderci
tra le sue braccia, per cullarci dolcemente.

venerdì 17 agosto 2012

50 Autentico sollievo


Mi capita, a volte, di essere preso per mano, e guidato
dalla gioia verso sentieri più spensierati.
Quando succede, il sollievo è autentico e
ritemprante.
La vita sembra dire: «Lascia tutto e seguimi!».
Certo, bisogna avere orecchie attente per ascoltare
la sua flebile voce.
Il richiamo che emette, lascia trasparire la sua più
grande debolezza: concedersi solo a chi la desidera
ardentemente.
Permettendo che si penetri l’inconoscibile, solleva
l’oscuro velo della sofferenza umana.
L’unico rischio che si corre, scegliendo la gioia, è
di esserne travolti.
L’annuncio di novità iperboliche, libera l’ancora
incagliata, e dona un lieve sorriso che portiamo in
offerta all’alba.
Gli eventi, così, fluiscono navigando con sorprendente
puntualità, su rotte già conosciute.

sabato 11 agosto 2012

49 Rincorro sempre qualcosa


«Non è possibile tenere tutto sotto controllo!»,
riprese l’uomo.
«Un giorno la sua attesa terminerà, e non avrà più
l’esigenza di cancellare i suoi atti», gli dissi.
«Rincorro sempre qualcosa, senza riuscire mai ad
afferrarla!», affermò disperato.
«Dimenticare se stessi è l’unico modo di partire.
Rimpiangere il tempo perduto fa solo indietreggiare
».
«Forse ha ragione lei, ma ho difficoltà a metterlo
in pratica», disse l’uomo.
«A volte, lasciarsi andare, riesce a porci nella
condizione di accogliere energie superiori. Il coraggio,
trae forza dalla nobiltà d’animo e ci innalza
al di sopra delle parti. Si possono compiere imprese
straordinarie, sfidando ciò che si intravede
tra le mura protette del nostro castello interiore».
L’uomo ascoltò attentamente, ma immaginai di
non esser riuscito ad aiutarlo molto.
Arrivando in officina mi ringraziò infinitamente
del passaggio, facendo un buffo inchino.
Ripresi il viaggio verso casa, interrogandomi sul
perché di quegli incontri così bizzarri.
Quella sera, preparandomi per la notte, una
frase mi attraversò la mente:
“Placando le alte onde del desiderio,
possiamo navigare senza remi;
tutto è solo un pensiero”.

martedì 7 agosto 2012

48 Combattere le ossessioni


«La prego, entri pure; l’accompagno volentieri in
un’auto officina a pochi chilometri da qui».
«Lei è davvero gentile», mi disse l’uomo accomodandosi.
Iniziammo a dialogare e, nel piccolo tratto di
strada che percorremmo insieme, toccammo
argomenti interessanti. Mi colpirono, però, i suoi
numerosi tic nervosi.
Iniziò parlando della sua famiglia; confessò di
essere ossessionato dalla paura di perdere le perso- ne care.
La sua, non era una semplice “umana” preoccupazione.
Quando pronunciava il nome di sua moglie e dei
suoi figli, iniziava a tremare lievemente in un modo
che riuscì a preoccuparmi.
Mi raccontò di aver dedicato interi anni a combattere
queste ossessioni, senza ottenere alcun risultato.
«Sono inspiegabilmente troppo debole», mi disse.
Mi limitai ad ascoltare, pensando che avesse bisogno
di sfogarsi.

venerdì 3 agosto 2012

47 L'antica formula


L’antica formula funzionò, e lei, con un urlo da
brivido, svanì insieme alla visione.
Aprii gli occhi e, guardandomi intorno, vidi il
signor Sandro fissarmi commosso.
«Non so come ringraziarti!», bisbigliò.
«Non devi farlo», risposi alzandomi dalla poltrona.
Volevo lasciarlo solo e, dopo avergli dato una
pacca sulla spalla, me ne andai.
Tornando a casa, un uomo, lungo la strada,
fece cenno di fermarmi; sembrava avere l’auto
in panne. Alto, capelli brizzolati, con barba ben
curata ed un aspetto signorile, si presentò come
il professor Riccardo Terzi.
«Cosa è successo alla vostra auto?», chiesi.
«Sembra non voler più proseguire».
«Siete stato fortunato ad incontrarmi. In questa
strada transita davvero poca gente».
«Avete ragione; è un’ora che aspetto di veder
passare anima viva».

meteo Città di Fermo