Il Riflesso Della Luna

martedì 23 giugno 2009

29

Finalmente arrivai al residence dove, ormai, ero di casa; feci una doccia e mi riposai. Il giorno successivo, di buon’ora, mi diressi nel bosco. «Non ne posso più», pensai,«voglio tornare normale». Entrai dirigendomi verso il solito posto, aspettando inutilmente tutto il giorno. Rinunciai pensando che il giorno successivo avrei potuto avere più fortuna. Quella sera stentai a prendere sonno; in sogno, però, riuscii a capire il motivo del mancato incontro nel bosco. Sognai infatti un passaggio situato dalla parte opposta a quello che normalmente imboccavo. «Ma certo!», esclamai, «devo percorrere tutto al contrario». Così, la mattina dopo, individuato l’imbocco, iniziai a correre con la cadenza “rituale” del primo incontro. Dopo qualche metro, iniziai a percepire di nuovo quella presenza selvaggia.

martedì 16 giugno 2009

30

Arrivato al masso, senza esitare, spiccai il salto, ed in volo, sentii una sensazione di freddo intenso, che mi abbandonò appena caddi a terra. Mentre rotolavo, un rumore si allontanò da me: era la “pantera”. Alzando gli occhi, la vidi chiaramente per la prima volta. Si fermò poche decine di metri più avanti e, voltandosi, mi fissò. Provai, allora, un forte desiderio di raggiungerla, ma svenni. Quando mi ripresi, capii subito di esser tornato quello di prima; per uscire dal bosco inciampai più volte. Inizialmente decisi di tornare subito in Italia. Mi resi conto, però, di non poter lasciare in sospeso dei quesiti ai quali non sapevo ancora dare una risposta.

lunedì 8 giugno 2009

31

Provai quindi a chiedere informazioni alla gente del posto. Il risultato fu insoddisfacente; riuscii solo ad ascoltare vaghe storie di maghi ed incantesimi che, in verità, sembrarono più che altro frutto di fantasie. Stavo per rinunciare, quando, aiutato da una giusta indicazione, riuscii ad incontrare un anziano signore che sembrò conoscere Tutta la storia. «Tu vorresti sapere di “Sha” e del suo bambino, non è così?», disse ammiccando. «Certamente»,risposi «ne sarei ben lieto, ma….quale bambino?». «Beh, se sei pronto ad ascoltare una storia incredibile, te la racconterò», disse soddisfatto. Erano le prime ore del pomeriggio. Parlò così dettagliatamente di quei fatti che fece buio.

venerdì 5 giugno 2009

32

Si appassionò molto nel racconto ed aggiunse che, nella sua famiglia, era stato tramandato da padre in figlio. Mentre tornammo a casa, gli chiesi se credesse che ancora oggi il bosco fosse come l’aveva descritto. «Personalmente... credo di si», disse con aria severa, «anche i miei avi lo credevano, altrimenti questa storia non sarebbe giunta sino a me». Ci salutammo calorosamente e lo ringraziai di cuore per aver fatto chiarezza su quel mistero. Presi il volo per l’Italia il giorno dopo, con aria stanca ma soddisfatta. In aereo, dei ragazzi attirarono la mia attenzione.

meteo Città di Fermo