Il Riflesso Della Luna

giovedì 26 novembre 2009

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Tutti, però, lo insultarono e gli gridarono:«Pazzo, devi essere rinchiuso o ucciso!». Daniel, sempre più solo, all’età di quindici anni se ne andò. Girovagò per tutta l’Inghilterra, con la speranza d’incontrare qualcuno che potesse comprenderlo, ma dovette, suo malgrado, tornare nel bosco di “Sha”. Dentro quel luogo misterioso, si sentì subito meglio. Spossato e stanco, cercò il grande masso, ed appena lo trovò, ci si stese e cadde in un sonno profondo. In sogno gli apparve “Sharon”, che correva al suo fianco; il suo corpo vibrò di gioia. Rimase a lungo nel bosco, percependo lo spirito che vi aleggiava. Tutto svanì dopo qualche ora.

lunedì 23 novembre 2009

6

Al risveglio, Daniel fu pervaso da una rabbia incontenibile; si diresse, quindi, verso il villaggio. La sua vendetta fu totale, uccidendo, scovandoli uno ad uno, tutti i colpevoli della maledetta battuta di caccia nel bosco. Disperato, per nulla appagato, attese, come fece anni prima la sua vera madre, di essere arrestato. Di colpo sentì dentro sé, qualcosa che voleva guidarlo altrove; riconosciuto lo spirito, si alzò e lo seguì. Intanto, al villaggio, tutti si erano armati in ogni modo possibile. La caccia all’uomo ebbe inizio. Daniel, con corsa possente, entrò nel bosco individuando presto il grande masso. Vi si mise a sedere ed attese la sua morte. I ricordi presero forme reali, gli alberi ondeggiavano, tuttavia la sua mente era calma.

mercoledì 18 novembre 2009

7

Ho sempre avuto un debole per i felini; tra tutti, però, prediligo le pantere. Credo abbiano qualcosa di magico, che guida loro e chi si mette sul loro cammino. Chi mi portò ad una lunga riflessione su questo tema, fu una ragazza, che pareva possedere la grinta di una pantera. In uno dei week-end milanesi, fui invitato ad un party, dove la notai salire sulla balconata della villa camminando a quattro “zampe”, giungendo così, fino al tetto. Potete immaginare lo stupore dei presenti, alla vista di tale stranezza; in occasioni come quella, però, tutto fa tendenza. Fu considerato, perciò, uno show merito del padrone di casa. Personalmente, lo ritenni di cattivo gusto, ma quando ebbi l’occasione di conoscere la protagonista dell’esibizione, mi confidò: «Qui tutto è talmente squallido e falso, che mettere a repentaglio la propria vita, è l’unico modo per divertirsi».

giovedì 12 novembre 2009

8

Inizialmente perplesso, dopo una lunga chiacchierata, mi parve più assennata. Non c’eravamo ancora presentati; «Beh, io sono Walter», esordii. «Io…sono Perla», disse sussurrandolo appena. I capelli biondo cenere, appena raccolti dietro la nuca, lasciavano spazio allo splendore dei suoi occhi blu, che sembravano dipinti sul candido viso. Dalle sue labbra sottili, appena velate di rossetto, si attendevano solo dolci novità. La festa era divenuta davvero noiosa, e quando Perla mi invitò a casa sua, accettai volentieri. L’attico dove mi condusse, si rivelò davvero interessante. Appena entrati, alcuni trofei di caccia grossa, sembravano sovrastare imponenti. Nell’ampio salone, invece, un sofisticato impianto d’illuminazione, poteva miscelare una tale varietà di luci, da riuscire a coprire l’intera scala cromatica. Vicino alla vetrata esterna, una piscina di marmo nero, con sottili striature, lasciava stupefatti. Mentre osservavo quei dettagli, Perla entrò in una piccola stanza alle mie spalle.

martedì 3 novembre 2009

9

La seguii e, oltrepassata la soglia, capii trattarsi di un posto speciale. Non c’era arredamento; solo un materasso ad acqua. Il colore era di un blu intenso, ma non si riusciva a capire da dove provenisse. Sembrava brillare di luce propria. Perla sostenne che, quella stanza, permettesse di viaggiare nel cosmo. Dubitai di quell’affermazione, ma promisi di provarci al più presto. «Forse hai ragione», mi disse, «stasera sono davvero stanca», e distendendosi, si addormentò. A quel punto decisi di andarmene, ci sarebbero state sicuramente altre occasioni per incontrarla. Mi ritrovai in strada, a passeggiare in compagnia dei miei pensieri, davvero troppo grandi per poter essere racchiusi in una mente.Tornai in albergo all’alba suonando ripetutamente il campanello ed il portiere, aprendo il portoncino, mi guardò in modo strano ma.. preferì non chiedermi nulla.

meteo Città di Fermo