Il Riflesso Della Luna

sabato 30 giugno 2012

38 Avevo il cuore in gola


Capii trattarsi del gesto compiuto a Budapest.
Ci avventurammo su di un terreno roccioso, che
divenne un sentiero di montagna.
Osservai in alto, e vidi staccarsi dal costone alcuni
massi. Urlai a Layla di mettersi al riparo e, vedendo
nelle vicinanze uno spuntone di roccia che faceva
al caso nostro, ci infilammo lì sotto.
Si scatenò un’enorme frana che bloccò l’uscita.
Mentre cercavamo di sincerarci a vicenda sulle
nostre condizioni di salute, sentimmo la terra tremare.
Qualche attimo dopo, si aprì una voragine nella
quale precipitammo. Sembrò di essersi gettati da
un aereo senza paracadute .
Mentre volavamo giù a velocità vertiginosa,
Layla
mi urlò di trovare la luce d’origine davanti a me.
Avevo il cuore in gola, quando vidi brillare la luce;
mi concentrai, immaginando la terra ferma, ed
immediatamente ci trovammo a passeggiare lungo
il sentiero.
«Bravo!», esclamò Layla, «era ora; non avrei resistito
a lungo».

giovedì 21 giugno 2012

36 "Fasi lunari diverse"


Su ognuna di esse, un fascio di luce proiettava le
fasi lunari.
Dopo aver indugiato qualche attimo, Layla aprì
la porta del primo “quarto” e mi esortò a seguirla.
Appena varcata la soglia, la porta alle nostre
spalle si chiuse da sé.
Ci guardammo perplessi, decidendo comunque
di proseguire.
Mi resi conto di camminare su di un soffice manto
erboso che, fissandolo, cambiò pian piano colore.
Divenne sempre più scuro, ed infine si seccò.
Non feci in tempo a stupirmi, che cominciò a prendere
fuoco.
Iniziai a correre vedendo le fiamme più alte di noi.
Layla mi urlò più volte di fermarmi ma ci riuscii
solo quando calmai la mente.
«Cosa hai visto?», mi chiese con aria smarrita.
«Il fuoco», risposi deciso, «cos’altro?».
«Non c’è nessun fuoco!».
«Ma io l’ho visto chiaramente; ci avrebbe bruciato
entrambi».
«No, Walter, era un’illusione!», disse seccamente.
Mi voltai e vidi il prato verde.

domenica 17 giugno 2012

37 La luce d'origine


Layla s’incamminò davanti a me, esortandomi a
non perdere di vista la luce d’origine.
Giungemmo ad un cunicolo che, man mano che
procedemmo, divenne sempre più piccolo.
Negli ultimi metri, fummo obbligati a tenere la testa
chinata. Il caldo era insopportabile e sperai che quel
percorso fosse prossimo alla fine.
Scorgemmo, qualche metro più avanti, una porta
che ci impegnammo a raggiungere al più presto.
L’aprimmo e, con immenso stupore, ci ritrovammo
nella stanza circolare.
«Layla, siamo tornati al punto di partenza!».
«Questo è un bene; significa che abbiamo superato
la prova», mi rispose soddisfatta.
«Grazie al tuo aiuto ho potuto bloccare le trappole
mentali», le dissi.
«Dobbiamo superarle tutte per riuscire a trovare
l’uscita», mi avvertì.
«Non abbiamo scelta, non è così?», le chiesi.
«Già».
Aprimmo la porta della mezzaluna e, la prima cosa
che vidi, fu una proiezione sospesa a mezz’aria
di due mani che spezzano un oggetto.

venerdì 15 giugno 2012

35 Cosa stiamo cercando?


La costruzione, in stile gotico, era davvero inquietante.
«Layla, cosa stiamo cercando effettivamente?»
«Il posto dove si incontravano i due amanti».
Visitammo tutte le stanze senza successo.
Indecisa sul da farsi, Layla si fermò a pensare.
Dopo alcuni istanti, vidi i suoi occhi illumunarsi.
«Ho capito dove…di sopra!».
Iniziò così a cercare, osservando minuziosamente
il soffitto, il passaggio nascosto.
«Quel gancio…debbo arrivarci!»
Spostammo un vecchio mobile e, salendoci sopra,
riuscì a togliere il fermo.
Venne giù, aprendosi a libretto, una vecchia scala che,
toccando terra, sollevò un’enorme quantità di
polvere.
«La stanza è di sopra, andiamo!», disse Layla.
Salimmo con cautela gli scalini, sperando che reggessero
il nostro peso. Giunti finalmente nella stanza,
rimasi colpito dalla sua forma circolare.
C’erano quattro porte, situate ad equidistanza tra
loro.

lunedì 11 giugno 2012

34 Il grande labirinto


«Come è stato possibile?», chiesi sconvolto.
«Le dimensioni si intrecciano tra loro formando
un grande labirinto; in esso è facile perdersi, smarrendo
così la ragione».
Il suo ammonimento fu dettato, pensai, da una seria
preoccupazione.
Decisi, perciò, di stare più attento.
«Ti ricordi quando ti parlai della luce d’origine?»,
mi disse Layla riprendendo a camminare.
«Ehm…sì, ora ricordo».
«Beh, dobbiamo seguirne il suo lieve bagliore», affermò
indicando davanti a sé.
Finalmente la notai all’orizzonte, appena distinguibile.
Fu la nostra bussola.
Arrivammo, così, di fronte ad una strana e lugubre
casa.
«Ma che razza di posto è mai questo?», domandai.
«La riconosco; era la dimora di mia madre ai tempi
del suo amore per Igor. Questa è la casa del patto».
«Dovremmo andare lì dentro?», chiesi preoccupato.
«Non abbiamo scelta».
Entrammo dalla porta principale e, per la prima
volta, vidi Layla manifestare una certa tensione.

giovedì 7 giugno 2012

33 La luce è in te


Entrai in un vortice che iniziò a girare a folle velocità.
Immaginai di non riuscire a sopravvivere
ad una tale forza.
Persi conoscenza.
Buio… silenzio.
Giunto in un ambiente quieto, mi ripresi; non
riuscii comunque a distinguere il limite della mia forma.
Udii sussurrare delle parole somiglianti
a note musicali.
«La luce è in te!».
Ebbi la certezza di essere giunto nella terra
della sublime armonia.
«Chi sei tu, gentile creatura?», domandai.
«Guardami!», mi rispose.
La osservai attentamente, e vidi in un grande specchio
la mia immagine riflessa.
Sentii chiamarmi da lontano.
«Walter, sono Layla. Torna qui o ti smarrirai
nell’infinito sentiero!».
«Layla…dove sono?».
«Ti avevo detto di starmi dietro! Siamo già in una
dimensione pericolosa; non cercare altri problemi».

domenica 3 giugno 2012

32 Il bianco fiore


Entrai in un’atmosfera nuova.
Il bianco fiore
La luce era di un colore che acquietava.
Una montagna diamantina si ergeva dinanzi a me.
Lontane melodie crearono pensieri fuori da ogni
possibile controllo.
«Troverò il bianco fiore che conduce alla purezza
tranquilla!», mi sorpresi a pensare.
Continuando ad avanzare verso la maestosa montagna,
vidi posarsi sul ramo di un albero un grande
uccello, che sembrò parlarmi.
«L’essenza dell’amore, tiene le briglie del cavallo
che voi chiamate vita».
Incredulo, avanzai verso la creatura, che immediatamente
scomparve.
Una pioggia brillante illuminò il mio cammino.
Rovesciando la clessidra della vita, capii l’importanza
di quella esperienza.
Mi trovai, così, nella terra d’alabastro.
Osservai il mio corpo, divenuto trasparente, illuminarsi
dall’interno.
L’effetto fu meraviglioso.
Tutto era in movimento. Ciò che appariva fermo,
in realtà, si muoveva solo più lentamente.
Su tutto il corpo, predominava il rosso cuore che
scandiva il ritmo della vita.
Riapparve il grande volatile, che teneva con il
becco un messaggio; lo aprii e lo fissai.
Era un fotogramma della mia vita.
Improvvisamente, qualcosa mi afferrò, trascinandomi
in esso.
Mi ritrovai in un luogo familiare; riconobbi i sapori
ed i visi della mia infanzia.
Osservando le enormi dimensioni dei mobili, capii
di essere piccolo…piccolo.
Ero tornato bambino. Tutto era di una naturalezza
sconvolgente.
Niente poteva essere previsto; ogni cosa era nuova.
«Chi sei… chi sono?», mi domandai.
Piansi. L’unico modo di comunicare che sarebbe
stato sicuramente compreso.
«Vuoi andare oltre?», disse una voce imponente.
Feci cenno di sì.

meteo Città di Fermo