Il Riflesso Della Luna

domenica 29 luglio 2012

46 Lo specchio


Avvicinandomi, notai che lo specchio non rifletteva
la sua immagine. Scorrevano, piuttosto, scene
di vita che, evidentemente, appartenevano al
signor Sandro.
La donna, che era stata un’amica di famiglia, nonostante
fosse sposata, ebbe una “particolare” relazione
con lui quando era ancora un’adolescente.
Vidi il ragazzo, come ipnotizzato, rispondere ciecamente
ai suoi comandi.
Ammaliò il giovane per lungo tempo, stravolgendone
la debole mente.
Lo specchio tornò a riflettere nuovamente l’immagine
di Daria.
Indignato, mi voltai verso di lei ma, intanto, la
sua espressione era notevolmente cambiata.
Con un ghigno diabolico ed occhi fiammeggianti,
mi lanciò contro numerosi anatemi.
Sviai lo sguardo e, raccogliendo tutta l’energia di
cui disponevo, pronunciai:
“Rubino ammirevole, circonda colei che non prova
pietà, congela il suo istinto e specchiarsi dovrà!”.

venerdì 27 luglio 2012

45 Daria


«No. Al massimo compio delle rabbiose stranezze.
Neanche la mia famiglia ne sa nulla».
Poco dopo, disse di avere la necessità di riposarsi
per via di un’improvvisa vertigine; si distese sul
letto e, stranamente, si addormentò.
Iniziai a riflettere su ciò che mi aveva appena detto,
e rividi nuovamente la scena del granaio.
«Vorrei tanto sapere chi è la Daria che menzionava
ossessionato quella sera», pensai.
Nel frattempo spostai una poltrona al suo fianco e
mi accomodai. Il quesito aveva aperto un varco in
me e, chiudendo gli occhi, ripetei più volte quel
nome: «Daria…Daria…indica la congiunzione
che porta a te!».
Il tentativo riuscì e, lentamente, un’immagine
prese forma nella mia mente. Una donna, di spalle,
era intenta a truccarsi il viso.
Indossava un domino, ed era circondata da centinaia
di rose rosse. Sulla spalla sinistra, un falco
quasi immobile, conferiva a tutta la scena un
aspetto davvero suggestivo.
«Sei tu…Daria?», chiesi.
Voltandosi, mi sorrise candidamente.

lunedì 23 luglio 2012

44 Attimi interminabili


«Come mai da queste parti?», chiese meravigliato.
«Ho qualcosa di importante da dirti».
«Che ne dici se entriamo in casa e ci mettiamo
comodi?», disse gentilmente.
Fui sul punto di riferirgli ciò che vidi quella notte
nel granaio, quando esitai per attimi che parvero
interminabili. Avevo, in quell’occasione, chiaramente
violato la sua vita privata; il pensiero di
essermi appostato dietro quella porta mi causava
un notevole disagio.
Infine vinsi le mie resistenze ed iniziai.
«Ho assistito, casualmente, la notte in cui pernottammo
qui da voi, ad una stranezza sulla quale,
se a te non dispiace, vorrei far luce».
«Ho immaginato che qualcuno mi avesse visto,
dalla fretta con cui siete partiti il giorno dopo»,
disse il signor Sandro.
«Dunque?», chiesi esortandolo a continuare.
«Mi capita, a volte, di non essere più me stesso;
quando succede, difficilmente riesco ad opporre
resistenza alla forza che mi guida».
«Hai fatto del male a qualcuno in quello stato?».

giovedì 19 luglio 2012

43 Dovrò fermarlo


L’ultima esperienza fu davvero spossante.
Alcuni giorni di calma assoluta, però, riuscirono
a rinvigorirmi totalmente.
Mi venne in mente che, con Marco e Sibilla, eravamo
letteralmente “fuggiti” dalla casa del
signor Sandro.
Ciò che fece quella sera, tenendo in mano la “sua”
bambola di pezza, era ancora un enigma.
Sentii che, essendo ora reduce da battaglie ben più
difficili, avrei potuto affrontare anche lui.
«Se è davvero in grado di far del male a qualcuno»,
pensai, «dovrò fermarlo; se invece fallisse, parlarci
sarà sicuramente un ottima cosa. Lo convincerò ad
aprirmi il suo cuore, lasciando disperdere il veleno
che, certamente, non gli sta dando pace».
Misi in moto la mia automobile e, partendo, cercai
di ricordare la strada che percorremmo quella volta,
con i due amici romani.
Impiegai tutto il giorno per trovarla.
Poco lontano da casa, vidi il signor Sandro impegnato
a lavorare la sua terra.

martedì 17 luglio 2012

42 Liberi


Ci sentimmo, di colpo, trasportati altrove; lentamente,
subentrò un intorpidimento della coscienza.
Aprimmo gli occhi, ritrovandoci sul pavimento di
casa mia.
«Fai attenzione ora», disse Layla, «devo togliere
le pietre dal sacro cerchio, dopo di che, potremo
uscire».
Lentamente le ripose nella sua borsa ed esclamò:
«Liberi!».
Sprizzavamo gioia da tutti i pori. Avevamo vinto
una dura battaglia dentro di noi.
«Un ultima cosa», le dissi, «come mai, mio nonno,
non era lì con loro?».
«Per lui fu solo un’avventura ; non amò mia madre
veramente».
«Capisco».
«Beh…credo sia giunta l’ora di riposare», le dissi.
«Sono d’accordo; andrò a casa e farò una lunga
dormita».
Le aprii la porta d’ingresso e ci salutammo.
La osservai mentre s’allontanava, e l’accompagnai
con lo sguardo.

mercoledì 11 luglio 2012

41 Esseri luminosi


Layla stava complimentandosi per la velocità con
cui mi ero sbarazzato dell’ultima noia, quando mi
fece cenno di guardare di fronte a noi.
C’erano due persone, un uomo ed una donna, che
ci salutarono.
«Chi sono?», domandai.
«Mamma!», esclamò Layla trattenendo a stento
la commozione.
Erano due esseri luminosi, con sembianze umane.
«Marisa ed Igor», pensai.
«Vieni qui, figlia mia», disse la donna.
«Vieni anche tu», aggiunse rivolgendosi a me.
Andammo verso di loro e ci abbracciarono.
«Siete stati molto abili nel superare le prove»,
continuò la donna.
Non abbiamo molto tempo, per cui teniamoci
per mano; noi quattro scioglieremo il patto.
Pronunciò una frase a bassa voce, quindi aggiunse:
«Spezzatevi, catene dell’oblìo,
disperdetevi nell’amore, e
riflettete l’immagine della luna».

sabato 7 luglio 2012

40 I quattro elementi


Decidemmo, quindi, di scendere in picchiata atterrando
su di un albero. Individuata la luce
d’origine la seguimmo, trovandoci per l’ennesima
volta nella stanza circolare.
«Layla, hai notato di aver superato tre elementi
naturali?».
«Già. Ora, finalmente, incontreremo l’ultimo».
L’ultima porta si aprì da sola, e noi, un po’ esitanti,
entrammo.
Lo spettacolo al quale assistemmo fu sublime.
Un’enorme luna piena illuminava a giorno tutto
il paesaggio.
Iniziammo a camminare lungo la riva di un ruscello
che, per effetto ottico, sembrava condurre
ad essa. Le dimensioni del corso d’acqua erano tali,
da non preoccupare chiunque avesse voluto attraversarlo;
c’erano solo alcuni centimetri d’acqua.
Pensando di aver terminato le prove, ci dirigemmo
verso l’altra sponda, ma, a metà percorso, un
fiume in piena ci trascinò via.
Con acque così minacciose rischiammo di affogare,
ma stavolta guardai la luna e tutto si placò.

martedì 3 luglio 2012

39 La terza porta


«Ricorda», mi disse, «tu hai causato tutto ciò e tu
devi vincere».
Capii come le visioni facessero presa su di me, ed
il ruolo neutro di Layla che, scegliendo volontariamente
di seguirmi, era di grande importanza per
distogliermi dalle illusioni.
Camminammo a lungo, ed alla fine ci trovammo
nuovamente all’interno della stanza circolare.
«Vorrei prendere fiato», le dissi.
«Anch’io, ma non abbiamo molto tempo».
Aprimmo dunque la terza porta e, fatto qualche
metro, fummo sospinti in aria da una poderosa
corrente ascensionale che ci lasciò senza respiro.
Incapaci di ordinare i pensieri , ci sentimmo come
dei fuscelli; quella forza avrebbe potuto trasportarci
ovunque, ma ricordai di cercare la luce e la
furia si placò.
Ci trovammo, così, a volteggiare beatamente nel
cielo limpido.
Il premio di quella prova fu stupendo.
Volammo a lungo, divertendoci come non mai
sulla terra.

meteo Città di Fermo