Ricordo un’infanzia scandita da
ore contate giocando.
Tutto, sapevo, sarebbe terminato
troppo presto.
Sentirsi inadeguato e finire in un
angolo, porto’, lentamente, a
diluirmi con la mia ombra.
Da allora, ho visto il mio corpo
trasformarsi, combattere, ma nulla
è veramente cambiato.
In un giorno di primavera, cadendo
nel vuoto, capii di non avere ancora
le carte in regola, prima di trasformar-
mi in profondo silenzio.
martedì 8 novembre 2011
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